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Igino libero ciclocamperista

Pagaiando pedalando

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Una giornata particolare

 Vivere in una grande metropoli comporta la pianificazione degli appuntamenti con un'attenzione particolare alle tante variabili in agguato pronte a vanificare il semplice obiettivo di farsi una pagaiata in fiume, traffico, maltempo, nevicate, alluvioni, scioperi rivoluzioni, pezzi dello Slylab di ritorno nell'atmosfera ecc.
lo scorso venerdì 29 giugno, S. Pietro e Paolo. con Marco Di Clemente decidiamo di scendere il tratto del Velino a Rieti
Concordiamo insieme un piano d'attacco , nella mattina parto da Roma, zona Monteverde per raggiungere la Tenuta del Cavaliere a Lughezza dove carico canoa e materiale vario. per poi andare a prendere la Salaria e raggiungere Rieti nel pomeriggio dove mi incontrerò con Marco e Susanna che frattempo giungeranno da Roma loc, La Storta.
Tutto è pianificato nei minimi dettagli, mi metto in viaggio e alla radio la stazione isoradio comincia a sciorinare la situazione attorno al raccordo, ogni snodo cruciale ha il suo bell'incidente che rende caotica la circolazione sulle vie consolari, ma non parla della Salaria e mi tranquillizzo.
Il tratto urbano dell''A 24 Roma/l'Aquila è un inferno, si procede a passo d'uomo, ma me l'aspettavo, basta pazientare una mezzora e finalmente raggiungo la nostra sede agreste nella campagna romana. carico tutto e mi avvio fiducioso. Riaccendo la radio e subito isoradio si premura di informarmi che la Salaria al km 48, loc Osteria Nuova è completamente interrotta causa di un grave incidente: impossibile raggiungere Rieti !
Dopo varie telefonate con Marco concordiamo di annullare l'agognata uscita sul Velino.
Mi trovo quindi a vagare su raccordi, bretelle e complanari senza una meta precisa, sul tetto troneggia maestosa la fedele e vetusta "pentolona" in polietilene.
Penso di andare sul Nera a Scheggino ma alla fine per l'Aniene a Subiaco.
Arrivo alla sede del Canoanium Club pensando di aggregarmi ad un gruppo di gommoni che scendono lo stesso tratto e scroccare il riporto dell'auto , ma l'ultima corsa è appena partita e non trovo nessuno.
Sempre più " ferocemente" determinato a farmi stà benedetta discesa, mi ricordo che in macchina ho la bici pieghevole comprata di recente,
Metto la canoa in acqua, carico la bici che si inserisce alla perfezione nello spazio tra il sedile medio e l'anteriore. e comincio finalmente a pagaiare.
Sul campo di slalom mi diletto in alcune manovre tra le porte prima di affrontare le rapide che mi fanno ingavonare un pò d'acqua. Sono consapevole che il rischio di capovolgermi pur minimo può essere aggravato dal fatto di scendere da solo.
Arrivo al rullo sotto il ponte di S. Francesco, il trasbordo è impegnativo e ancor più l'imbarco, stante le rive scoscese. Un pò d'apprensione nel caricare la bici, basterebbe poco per perderla in acqua che in quel punto è ovviamente fonda e torbida, animata da una veloce corrente, Riprendo a navigare finalmente tranquillo, la sensazione di dipendere unicamente da me stesso in una giornata come questa è impagabile,
Pagaio tranquillo, alla luce calda del sole calante, dopo una rilassante discesa di non sò quanti chilometri arrivo da qualche parte non meglio conosciuta nei pressi di Agosta, nascondo la canoa tra l'erba alta ai bordi di un campo coltivato. Inforco la bici e dopo una pedalata di 20 chilometri raggiungo Subiaco, recupero la macchina e poi la canoa; alla fine delle giornata mi offro una meritata birra alla spina, alla faccia de stà giornata particolare.

Gianni