PROPOSTA DI ITINERARIO CICLABILE
DA ROMA A VENEZIA
(VIA VALLE DEL TEVERE)

BY : GIANNI GALLINA, RUOTALIBERA – ROMA

 

INTRODUZIONE

Itinerari di lunga distanza da percorrere in bicicletta ce ne sono ovunque, anche da Roma a Venezia, sicuramente già percorsi da qualche cicloviaggiatore molto prima che noi della FIAB cominciassimo a porci il problema della loro individuazione e segnalazione; questo perché il cicloturista è di per sé un viaggiatore anarchico, al quale il più delle volte è sufficiente una cartina stradale per costruire un itinerario.

E’ esattamente quello che è successo a me : lungi dall’improvvisarmi "pioniere" tracciatore di piste sconosciute, semplicemente un giorno ho sentito la voglia e la necessità di fare un lungo viaggio in bici in completa solitudine, ho guardato per qualche attimo una carta dell’Italia e ho pensato di unire tra loro le due città artisticamente più significative della penisola. Tutto ciò che ne è seguito è stato il risultato di una ricerca dettagliata (ma non troppo) di strade percorribili in bicicletta usando cartine del TCI, con il prezioso supporto di chi quelle strade in parte già le conosceva.

Nulla di più facile, quindi. Sarà vero, ma durante questo bellissimo viaggio mi sono anche reso conto di un grossissimo limite che caratterizza la nostra impostazione culturale, ovvero la scarsissima conoscenza della geografia. Conoscerne gli elementi generali, saper leggere ed interpretare una carta geografica, avere anche l’intuizione giusta per "prevedere" l’evolvere di un particolare percorso (per esempio, interpretando i cambiamenti dei corsi d’acqua), e, non ultimo, avere la capacità di orientarsi "a naso", sono caratteristiche che il cicloturista esperto spesso possiede, ma che non vengono adeguatamente sviluppate da un’impostazione culturale che vede nei cartelli stradali l’unico "faro" che indichi una direzione. Chi scrive ha un’innata passione per mappe e cartine, ma chiedendo informazioni ai locali mi sono trovato di fronte a troppe persone che non riuscivano a riconoscere il proprio paese sulla carta !!

E’ per questo che, pur se quasi tutto l’itinerario indicato nel seguito è già stato percorso da molti ciclisti in molti dei suoi segmenti, sento la necessità di raccogliere tutte le informazioni acquisite durante il mio viaggio in un complesso organico, che abbia così la funzione di raccordare tra loro itinerari ciclabili regionali preesistenti trasformandoli in una via ciclabile di grande comunicazione.

Riflettendoci, mi sembra che il tracciamento di ciclopiste a livello nazionale altro non sia che questo.

Il passo successivo è la segnalazione di tali itinerari. Questo è un lavoro sicuramente più impegnativo e a lungo termine, e che necessita inoltre di un certo sforzo finanziario. Lascio quindi queste note innanzitutto alla FIAB, che potrà formulare le sue valutazioni in merito alla fattibilità di una ciclopista Roma-Venezia anche sulla base delle risorse a disposizione; ma anche a chiunque voglia giovarsi della mia (e di chi mi ha fornito preziosi consigli) esperienza per percorrere a sua volta, in assoluta libertà o in compagnia, un itinerario che, per la sua estrema varietà paesaggistica, si è rivelato un’esperienza indimenticabile.

Tutta le descrizione che segue si basa su un’esperienza personale, soprattutto per quello che riguarda la valutazione del livello di difficoltà dei vari tratti; è quindi ben accetta ogni segnalazione tesa a correggere eventuali inesattezze od errori di valutazione, così come invito caldamente i gruppi locali a segnalare eventuali deviazioni migliorative al percorso indicato.

Ringrazio tutti quelli che mi hanno fornito preziose indicazioni e consigli sul percorso del viaggio Roma-Venezia, in particolare Angelo Velatta degli AdB di Perugia.

DESCRIZIONE DEL PERCORSO – LEGENDA

Ho scelto di non suddividere l’intero percorso (oltre 600 km. totali) in tappe, per un motivo semplicissimo : il numero di chilometri percorribili giornalmente da un cicloturista può variare enormemente, a seconda di una quantità innumerevole di fattori. Io ho completato il viaggio in sei giorni, con tappe mediamente di 110-120 km. (fino ad un massimo di 140), altri possono arrivare a 200 km., per molti altri 60 km. possono essere più che sufficienti…

Ho quindi diviso l’intero percorso in un certo numero di "segmenti" uniti tra loro senza soluzione di continuità, che partono e terminano in centri abitati più o meno attrezzati, e ognuno dei quali presenta una certa omogeneità di caratteristiche; in questo modo, è possibile costruirsi delle tappe di lunghezza variabile a seconda delle possibilità di ciascuno.

Per ogni segmento, sono fornite le seguenti informazioni :

  • Punto di partenza, di arrivo e chilometraggio totale;

  • Grado di difficoltà (facile, medio, impegnativo);

  • Descrizione topografica (indicazioni viarie);

  • Descrizione altimetrica dettagliata;

  • Indicazioni sul traffico automobilistico riscontrato;

  • Descrizione paesaggistica di massima;

  • Note varie.

Non ho, volutamente, fornito indicazioni di tipo storico-culturale sui luoghi attraversati, in quanto esulano dagli scopi di questa descrizione (e per le quali rimando ad innumerevoli guide e pubblicazioni di persone molto più informate e competenti di me in questo campo), né indicazioni turistico-alberghiere (esistono tantissimi elenchi di agriturismo, pensioni, alberghi, campeggi…).

 

CARTE STRADALI

Il percorso è indicato su mappe ricavate dalle carte stradali TCI 1:200000, utilizzando dei colori indicativi del grado di difficoltà; più che secondo una classificazione puramente altimetrica, ho indicato la difficoltà cercando di tener conto soprattutto delle eventuali irregolarità del percorso (dieci chilometri di saliscendi continui al 2-3% con dislivello complessivo nullo sono sicuramente molto più impegnativi di diechi chilometri di pianura); è da considerare che le salite e le discese sono relative al verso di percorrenza Sud-Nord (per questo motivo ho preferito differenziare le discese lunghe dai tratti completamente pianeggianti, gli unici il cui livello di difficoltà non varia nel verso di percorrenza opposto).

VERDE : completa assenza di dislivelli;

BLU : lunghe discese (> 3-4 km.);

GIALLO : salite con dislivelli < 6-7 %, oppure lunghi tratti di falsopiano con svariati saliscendi di pendenza modesta;

ROSSO : salite oltre il 7-8%, anche brevi, oppure salite con pendenza minore ma molto lunghe, tratti in generale impegnativi (fondo sconnesso, tornanti molto ripidi, eccetera).

 

SEGMENTO 1 : ROMA – FIANO ROMANO, km. 46

DIFFICOLTA’ : facile

DESCRIZIONE : partendo da Villa Borghese nel centro di Roma, si arriva ad imboccare la pista ciclabile su Viale delle Belle Arti che porta fino a Ponte Risorgimento, dove si incontra il Tevere. Attraversato il ponte, comincia la ciclabile del Tevere Nord che, attraverso Ponte Milvio, giunge fino a Castel Giubileo, all’altezza del GRA. Si svolta a sinistra e, dopo circa 300 metri, si incontra un ponticello a scalini (da scavalcare con la bici in spalla !!) che permette di oltrepassare la ferrovia e giungere sulla Flaminia Vecchia; imboccata questa si passa sotto il GRA, e, proseguendo per circa 3 km. in direzione Nord, si arriva a Prima Porta (è necessario svoltare a sinistra lungo una rampa in discesa; si consiglia di attraversare la Flaminia Vecchia prima del ricongiungimento con la SS 3, e percorrere 200 metri in controsenso, cosa resa possibile dalla larghezza della strada). Da Prima Porta si prende la Via Tiberina verso Fiano Romano, a cui si arriva dopo circa 20 km., dei quali 2 km. di pista ciclabile.

ALTIMETRIA : assenza di dislivelli apprezzabili, ultimo tratto verso Fiano Romano (97 m s.l.m.) in leggera salita.

TRAFFICO : molto trafficata (di biciclette, pattinatori e podisti !!) la ciclabile del tevere Nord. Particolare attenzione deve essere posta sul tratto della Via Flaminia Vecchia che conduce a Prima Porta, anche se il grosso del traffico è assorbito dalla parallela SS 3; si consiglia di tenere il più possibile la destra. Arrivati a Prima Porta, comunque, si può tirare un sospiro di sollievo e pensare che è stata portata a termine la parte più difficile del viaggio : l’uscita da Roma. La Via Tiberina è, nei primi chilometri, abbastanza trafficata, ma la presenza di una "quasi" corsia di emergenza sulla destra rende la strada tranquillamente percorribile in bicicletta. Man mano che ci si allontana dalla Metropoli, il traffico diminuisce. Si entra a Fiano Romano su una discreta pista ciclabile, che si lascia poco prima del paese.

PAESAGGIO : la ciclabile lungo il Tevere è bellissima; quindi segue per diversi chilometri il tipico paesaggio da periferia metropolitana, ma già una decina di km. dopo Prima Porta questo lascia il posto alla campagna laziale, e già si respira. Il Tevere c’è, ma non si vede.

NOTE : evitare, nei primi km., pensieri pericolosi del tipo "ma che … sto facendo !!".

 

SEGMENTO 2 : FIANO ROMANO – ORTE, km. 57

DIFFICOLTA’ : media

DESCRIZIONE : da Fiano Romano si prosegue sulla Tiberina, in direzione Torrita Tiberina, attraverso la Riserva Naturale Tevere-Farfa; quindi, si arriva a Poggio Mirteto Scalo e Stimigliano scalo. Da qui si prosegue verso Stimigliano, e, oltrepassato il bivio per il centro abitato, verso Magliano Sabina. Dopo 10 km. si incontra il bivio per Magliano : si proseguirà dritto verso la Via Flaminia, che si raggiungerà dopo 3 km. Quindi si percorre un tratto della Flaminia (2 km.) in direzione Roma, fino al bivio per la Stazione di Civita Castellana. Si prende a destra la SS 315 per Orte, a cui si arriva dopo altri 17 km. attraverso Orte Scalo.

ALTIMETRIA : usciti da Fiano Romano, la strada comincia a salire in corrispondenza della Riserva di Tevere-Farfa fino a Torrita Tiberina (174 m s.l.m.), per poi scendere fino a Poggio Mirteto Scalo. Fino a Stimigliano scalo non ci sono dislivelli apprezzabili, successivamente si torna a salire verso Stimigliano. Ancora pochi saliscendi di entità modesta lungo tutto il resto del percorso, fino alla salita che conduce al centro abitato di Orte (132 m s.l.m).

TRAFFICO : non trascurabile, ma mai pericoloso, sulla Tiberina e fino all’imbocco della Via Flaminia, che va percorsa con una certa attenzione. Nella norma il tratto finale della SS 315 fino ad Orte.

PAESAGGIO : da segnalare il tratto che attraversa la Riserva Naturale di Tevere-Farfa, con scorci dall’alto molto belli sul Biondo Tevere; piacevoli anche le colline della Sabina che accompagnano il percorso fino ad Orte.

NOTE : lasciato Fiano, non si attraversano altri paesi fino ad Orte, ma diverse frazioni e scali ferroviari.

 

SEGMENTO 3 : ORTE – ATTIGLIANO, km. 22

DIFFICOLTA’ : medio-impegnativa

DESCRIZIONE : da Orte si prende la strada per Amelia, che si lascia dopo 2 km. girando a sinistra al bivio per Penna in Teverina, quindi si seguono le indicazioni per Giove e, da qui, per Attigliano.

ALTIMETRIA : da Orte verso Penna in Teverina (302 m s.l.m.) si scende per i primi due chilometri, poi la strada si impenna fino al paese, con una salita abbastanza impegnativa; da Penna a Giove (292 m) si procede ancora con qualche saliscendi non impegnativo, quindi segue una ripida discesa di 6 km. da Giove ad Attigliano.

TRAFFICO : scarso

PAESAGGIO : colline e campagna a 360°

NOTE :

 

SEGMENTO 4 : ATTIGLIANO – BASCHI, km. 28

DIFFICOLTA’ : facile

DESCRIZIONE : usciti da Attigliano in direzione Bomarzo, si attraversa il ponte sull’Autostrada, si passa sotto la ferrovia Roma-Firenze e si attraversa il tevere; quindi si gira a destra verso Spicciano, seguendo le indicazioni per Orvieto, rimanendo alla sinistra dell’Autostrada fino al bivio per Alviano. Si riattraversano ferrovia, tevere, Autostrada e ancora la vecchia RM-FI, fino alla Stazione di Alviano, quindi si prosegue a sinistra ancora in direzione Orvieto fino a Baschi.

ALTIMETRIA : qualche lieve saliscendi fino ad Alviano, poi una leggera salita fino a Baschi (165 m s.l.m.), ma nessuna pendenza di rilievo

TRAFFICO : basso, anche se la scarsa larghezza della strada costringe a rimanere il più possibile sulla destra

PAESAGGIO : è un tratto abbastanza piatto, anche se sono molto belli gli scorci del Tevere in prossimità dei due passaggi.

NOTE :

 

SEGMENTO 5 : BASCHI – TODI, km. 28

DIFFICOLTA’ : medio-impegnativa

DESCRIZIONE : lasciata baschi, continuando verso Orvieto si arriva, dopo 2 km., al bivio con la SS 448 verso Todi; si percorre tutta la strada costeggiando il Lago di Corbara e le Gole del Tevere, fino al bivio per Todi; si prende la strada a destra, fino alla frazione di Pontecuti; da qui, seguendo le indicazioni per Todi, si arriva nel centro della cittadina.

ALTIMETRIA : continui saliscendi, ma con pendenze mai superiori al 5-6 %, fino al bivio per Todi; la salita verso Todi (400 m s.l.m.), di circa 6 km., è invece abbastanza impegnativa, e, soprattutto, lunga

TRAFFICO : è un tratto abbastanza trafficato, ma la strada è sufficientemente larga da permettere di rimanere spostati molto più a destra delle automobili e dei camion che la percorrono

PAESAGGIO : il Lago di Corbara e le successive Gole del Tevere rappresentano uno degli spunti paesaggistici più belli dell’intero percorso

NOTE :

 

SEGMENTO 6 : TODI – PERUGIA, km. 51

DIFFICOLTA’ : media

DESCRIZIONE : si esce da Todi seguendo le indicazioni per Ponte Rio, facendo sempre attenzione a non seguire l’indicazione per Perugia, che porta sulla E45; arrivati a Ponte Rio, si passa sotto la superstrada, e si svolta verso sinistra seguendo l’indicazione per Fratta Todina e Marsciano. Si segue la SS 397 fino a Marsciano; attraversato il paese, si giunge ad un bivio dove si svolterà a sinistra seguendo l’indicazione per Perugia (non quella relativa alla E45, verso destra, riconoscibile perché di colore verde). Si imbocca così la vecchia strada etrusca che attraversa Cerqueto e S. Martino in Colle, ricongiungendosi prima di Perugia alla SS 379. Al bivio con questa si svolta a sinistra, giungendo direttamente nel centro del capoluogo umbro.

ALTIMETRIA : forte discesa da Todi a Ponte Rio, quindi fino a Marsciano (184 m s.l.m.) pochi dislivelli di lieve entità, mentre il tratto Marsciano - Perugia presenta continui saliscendi, anche attorno al 5-6 %; gli ultimi chilometri per entrare a Perugia (493 m s.l.m.) sono molto ripidi.

TRAFFICO : abbastanza contenuto fino a Marsciano, scarso nel tratto da Marsciano a Perugia.

PAESAGGIO : sicuramente molto suggestiva la strada Marsciano - Perugia,a mezza costa e con la valle del Tevere costantemente sulla destra

NOTE : da Marsciano a Perugia è possibile anche percorrere la SS 379, abbreviando di circa 3 km., che rimane a valle fino al tratto finale in salita di 6 km. verso Perugia

 

SEGMENTO 7 : PERUGIA – CITTA’ DI CASTELLO, km. 59

DIFFICOLTA’ : medio-facile

DESCRIZIONE : si esce da Perugia con una lunga discesa fino a Ponte Felcino; qui si prende la strada parallela alla E45, seguendo facilmente le indicazioni per Umbertide (ancora, attenzione a non seguire le indicazioni in verde che portano ad imboccare la superstrada !!). Da Umbertide, si segue ancora la statale alla sinistra del Tevere, fino a Città di Castello.

ALTIMETRIA : forte discesa da Perugia a Ponte Felcino, quindi il resto è quasi pianeggiante, se si esclude la lunga discesa iniziale e qualche lieve saliscendi fino a Città di Castello (290 m s.l.m.).

TRAFFICO : abbastanza moderato, visto che la E45 assorbe la maggiorparte del traffico lungo questa direttrice

PAESAGGIO : si segue costantemente la Valle del Tevere

NOTE

 

SEGMENTO 8 : CITTA’ DI CASTELLO – PIEVE S. STEFANO, km. 34

DIFFICOLTA’ : media

DESCRIZIONE : da Città di Castello è sufficiente seguire le indicazioni per Sansepolcro, percorrendo ancora la statale parallela alla E45, e da Sansepolcro verso Pieve S. Stefano

ALTIMETRIA : si comincia a salire sensibilmente da Sansepolcro (330 m s.l.m.) a Pieve S. Stefano (431 m s.l.m.), con diversi saliscendi non impegnativi ma con pendenza quasi costante in salita

TRAFFICO : abbastanza moderato

PAESAGGIO : la valle del Tevere e le colline circostanti lasciano via via il posto al paesaggio appenninico, che fa la sua definitiva apparizione dopo Sansepolcro; il Tevere, a Pieve S. Stefano, è ormai un rigagnolo

NOTE

SEGMENTO 9 : PIEVE S. STEFANO – PASSO DEL CARNAIO, km. 38

DIFFICOLTA’ : impegnativa

DESCRIZIONE : si esce da Pieve S. Stefano seguendo le indicazioni per Valsavignone, percorrendo la strada costantemente parallela alla E45 che sale verso il Valico di Montecoronaro. Da qui si prosegue verso Verghereto, quindi verso Bagno di Romagna e S. Piero in Bagno. Usciti da S. Piero, si incontra il bivio verso il Passo del Carnaio, segnalato da una vistosa indicazione, e si imbocca la strada verso destra in salita.

ALTIMETRIA : la salita del Monte Coronaro (853 m s.l.m.), lunga circa 15 km., non presenta pendenze "proibitive", ma risulta molto faticosa proprio per la sua lunghezza; segue una lunga discesa (con una brevissima risalita a Verghereto) fino a Bagno di Romagna (450 m s.l.m.), da dove si prosegue in piano fino a S. Piero in Bagno (462 m s.l.m.); qui comincia l’ascesa del Passo del Carnaio (850 m s.l.m.), 4.5 km. con pendenza media del 7-8 % e tratti oltre il 10 %, soprattutto in corrispondenza dei due tornanti principali. E’ il tratto più difficile dell’intero percorso, ma una volta in cima si è abbondantemente ripagati…

TRAFFICO : quasi assente; si pedala in una solitudine e un silenzio irreali…

PAESAGGIO : straordinario; il tratto più bello dell’intero viaggio, nel cuore di un Appennino incredibilmente intatto e selvaggio, con la superstrada che, vista dall’alto, sembra quasi non esistere; notevoli gli scorci lungo la strada che sale sul Monte Coronaro e dalla sommità del Passo del Carnaio.

NOTE : il tratto iniziale da Valsavignone verso il Monte Coronaro, nel periodo in cui è stato effettuato il viaggio (fine Settembre 99), era chiuso al traffico per frana, ma comunque percorribile in bicicletta. Si consiglia di informarsi delle condizioni della strada in ogni caso, così come devono essere note le condizioni di percorribilità dei due valichi appenninici (chiusi in caso di neve o ghiaccio).

 

SEGMENTO 10 : PASSO DEL CARNAIO – MELDOLA, km. 42

DIFFICOLTA’ : facile

DESCRIZIONE : dal Passo del Carnaio si prosegue verso Santa Sofia, da qui si cominciano a seguire le indicazioni per Forlì, percorrendo la SS 310 e attraversando i centri abitati di Galeata, Civitella di Romagna, Cusercoli e Guado, fino a raggiungere Meldola, dove comincia la Pianura Padana.

ALTIMETRIA : molto ripida e caratterizzata da diversi tornanti la discesa (14 km.) dal carnaio a Santa Sofia (257 m s.l.m.); da qui la strada prosegue in costante e lieve discesa, interrotta da qualche breve tratto in leggera salita. E’ comunque, per ovvi motivi, un tratto molto veloce. Altimetrie : Civitella di Romagna 219 m s.l.m., Meldola 58 m s.l.m.. In totale, 800 metri di dislivello in discesa !!

TRAFFICO : scarso fino a S. Sofia, poi si fa via via più consistente, fino a diventare sostenuto man mano che ci si avvicina alla pianura

PAESAGGIO : ancora splendidi scorci appenninici lungo la discesa fino a S. Sofia, seguiti da una "full immersion" nella Romagna collinare, prima di entrare definitivamente nella Pianura Padana.

NOTE

 

SEGMENTO 11 : MELDOLA – FAENZA, km. 27

DIFFICOLTA’ : facile

DESCRIZIONE : da Meldola si arriva facilmente a Forlì continuando lungo la SS 310 (seguire le indicazioni dirette per Forlì, ignorando quelle per Forlimpopoli e per la Via Emilia). Entrati in città, si raggiunge il centro e si percorre un tratto di ciclabile fino ad incrociare la Via Emilia; purtroppo questa esce da Forlì come una strada di grande scorrimento, vietata alle bici, quindi è necessario seguire le indicazioni per Lugo, e, dopo 5-6 km., svoltare a sinistra fino ad incrociare l’Emilia già fuori da Forlì, in località Villanova. Da qui, seguendo la Via Emilia, si arriva dopo 13 km. a Faenza.

ALTIMETRIA : completa assenza di dislivelli

TRAFFICO : molto sostenuto, in particolare sulla Via Emilia, che però è percorribile, almeno per una buona metà, sulla corsia ciclabile (non proprio in ottime condizioni)

PAESAGGIO : non è precisamente il tratto più bello del viaggio….

NOTE

 

SEGMENTO 12 : FAENZA – COMACCHIO, km. 63

DIFFICOLTA’ : facile

DESCRIZIONE : si lascia Faenza seguendo le indicazioni per Bagnocavallo, a cui si arriva dopo 16 km.; da qui si prosegue verso Alfonsine, quindi si seguono le indicazioni per Anita e Comacchio; si arriva a Comacchio costeggiando illago marino lungo l’Argine Agosta.

ALTIMETRIA : completa assenza di dislivelli

TRAFFICO : sostenuto lungo la prima parte del percorso, in uscita da Faenza fino ad Alfonsine, diviene in seguito più diradato; da segnalare, comunque, il grande rispetto che da queste parti gli automobilisti hanno per i ciclisti, dovuto anche ad un uso della bicicletta molto più massiccio che altrove

PAESAGGIO : splendida la strada che costeggia le Valli di Comacchio lungo l’Argine Agosta, fino a Comacchio

NOTE

 

SEGMENTO 13 : COMACCHIO – PORTO TOLLE, km. 69

DIFFICOLTA’ : facile

DESCRIZIONE : da Comacchio si arriva a Porto Garibaldi lungo una buona pista ciclabile sulle sinistra della strada statale; giunti sulla costa adriatica, si può proseguire fino al Lido delle Nazioni su strade secondarie che seguono la costa stessa. Quindi, si prosegue verso Lido di Volano, fino a Bosco di Mesola; qui si gira a destra verso il Delta del Po, arrivando a Goro e proseguendo per Gorino. A Gorino si attraversa il ponte di barche sul Po di Goro, entrando in Veneto. Si prosegue fino a Gnocchetta, dove si attraversa il Po di Gnocca su un altro ponte di barche. Si giunge così sull’Isola della Donzella, nel cuore del Delta, e si prende verso sinistra in direzione Porto Tolle – Ca’ Tiepolo.

ALTIMETRIA : completa assenza di dislivelli; le cartine TCI indicano a Ca’ Tiepolo un’altitudine di 0.3 m s.l.m. !!

TRAFFICO : basso fino alla costa adriatica, diventa sempre più scarso man mano che ci si avvicina al Delta del Po; qui, si pedala per lunghi tratti quasi in solitudine…

PAESAGGIO : il Delta del Po, tra silenzio, vento, solitudine e desolazione… certo molto lontano dalla drammatica spettacolarità del tratto appenninico, ma affascinante, a suo modo

NOTE : è ovviamente possibile arrivare da Gnocchetta a Porto Tolle lungo una qualunque delle stradine che attraversano l’Isola della Donzella, per esempio, passando per Ca’ di Mello o facendo il giro completo dell’isola, lungo la Sacca degli Scardovari

 

SEGMENTO 14 : PORTO TOLLE – CHIOGGIA, km. 42

DIFFICOLTA’ : facile

DESCRIZIONE : da Porto Tolle, oltrepassato il ponte sul Po della Donzella, si arriva a Taglio di Po; qui, per attraversare il Po di Venezia, è necessario percorrere il ponte della SS 309 "Romea", arrivando a Contarina, dove si abbandona la Romea e si prosegue per strad interne verso Donada e Rosolina. Da Rosolina è ancora possibile seguire una strada secondaria parallela alla Romea, che va ripresa per oltrepassare il Fiume Adige. Si arriva così a Cavanella d’Adige, dove si può imboccare una bella stradina d’argine che arriva fino alla Foce del Brenta. Qui, ancora un brevissimo tratto di Romea, che si lascia per entrare a Chioggia arrivando al porto.

ALTIMETRIA : completa assenza di dislivelli

TRAFFICO : la Provinciale da Porto Tolle verso Taglio di Po è fortemente trafficata e molto stretta, si consiglia la massima cautela. Si sconsiglia vivamente di percorrere la Romea, se non per i tre attraversamenti indicati (che sono, peraltro, molto brevi e presentano corsie laterali sufficientemente sicure), essendo questa una strada ad altissima densità di traffico e percorsa da moltissimi camion.

PAESAGGIO : interessanti i punti in cui si attraversano il Po, l’Adige e il Brenta, se non fosse che le condizioni di traffico della strada in questi punti non sono le più adatte per soste e fotografie…

NOTE : le strade secondarie necessarie per evitare la Romea, indicate nelle cartine del TCI, non sono immediate da individuare; si consiglia di chiedere informazioni in merito direttamente sul posto, è il metodo migliore per non sbagliare e non ritrovarsi ancora sulla temibilissima Romea…

 

SEGMENTO 15 : CHIOGGIA – VENEZIA, km. 25

DIFFICOLTA’ : facile

DESCRIZIONE : a Chioggia si prende la motonave per Pellestrina, dove si arriva dopo una traversata di circa 20-25 minuti. Da Pellestrina si percorre l’unica strada del litorale fino a San Pietro in Volta, dove si prende una seconda motonave per il Litorale di Lido. Dopo dieci minuti di traversata si arriva sull’isola e, percorrendo gli ultimi 14 km., si arriva al Lido. Da qui, una terza motonave porta direttamente in Piazza San Marco.

ALTIMETRIA : completa assenza di dislivelli

TRAFFICO : leggero lungo le strade che attraversano il Litorale di Pellestrina e il Litorale di Lido

PAESAGGIO : Venezia che si avvicina sempre più visibilmente pedalando lungo le due strade del litorale lagunare…

NOTE : è da considerare che a Venezia la bicicletta non serve a niente, anzi, girare per Venezia con la bici significa dovere attraversare decine di ponti e scalini con la bici in spalla e farsi largo tra le frotte di turisti spingendola a mano; inoltre, c’è chi dice che sia vietato. Sarebbe quindi consigliabile lasciare la bici al Lido, oppure, dovendo arrivare poi in stazione, prendere un vaporetto per Piazzale Roma, dove lasciare la bicicletta (è vicino alla Stazione S. Lucia). Le motonavi trasportano biciclette pagando un supplemento di 7000 lire, il vaporetto potrebbe non caricare biciclette, quindi occorre informarsi prima.

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